martedì 30 ottobre 2012

QUARTIERI ALLAGATI, NIENTE LUCI A NATALE, MA...GIOCHIAMO CON L'ARTE!





L’Amministrazione piange miseria, ma continua a sperperare denaro pubblico. Intervengano gli eletti
Le luminarie? Paghiamole noi consiglieri comunali con il gettone insieme ad assessori e dirigenti

Ma come si fa a spegnere le luminarie natalizie? Come si può, per poco più di una manciata di euro (perché di questo si tratta), penalizzare la cittadinanza, il commercio, lo spirito della ricorrenza più importante dell’anno? 
Ma non è in imbarazzo il sindaco di Senigallia, negli stessi giorni in cui liquida l’incredibile somma in acconto di 9.414,41 euro all’avvocato Alessandro Lucchetti di Ancona per una sola causa davanti al Tar pur avendo un ottimo avvocato interno al Comune (delibera 860/2012)? Come si può restare in silenzio di fronte a tale sperpero di denaro pubblico, con il solito studio legale di Ancona (come se, peraltro, a Senigallia non ci fossero avvocati preparati e che senza dubbio presenterebbero parcelle molto più competitive) che viene letteralmente sommerso di euro pubblici? 
E come si può spiegare alla città che dovrà fare a meno delle luminarie quando, per lo spostamento di un solo palco per la manifestazione cucine di borgo (lo spostamento di un palco!) il Comune ha speso 2.395,80 euro (delibera 811/2012)? 
E nei giorni in cui si piange miseria per i tagli e si negano ai cittadini della Cesanella persino interventi tampone sul sistema delle acque chiare non funzionante (persino a settembre molti residenti del quartiere hanno subito pesantissimi allagamenti nelle abitazioni e nei negozi) perché “non c’è più un euro”, come ha spiegato il vice-sindaco in Commissione, stanziare la bellezza di 16.970 euro (allora gli euro ci sono!) allo studio Zelig di Enea Discepoli per il progetto “Giocare con l’arte” (delibera 875/2012). Progetto sicuramente meritorio ma che rappresenta uno sproposito se poi non si hanno i soldi per garantire ai cittadini la sicurezza di non essere travolti dall’acqua nelle loro case. 
E allora di fronte a tanta demagogia e tanta spudoratezza, una proposta la faccio io per le luminarie. Atteso che Mangialardi e compagnia i soldi li spendono male e favorendo i soliti noti (almeno i senigalliesi lo sappiano), tutti i consiglieri comunali rinuncino ai prossimi cinque gettoni di presenza. Avremo 4.500 euro subito da spendere per le luminarie. Facciano altrettanto gli assessori, il sindaco e i dirigenti (pluripagati da noi) contribuendo a loro volta con la stessa somma che arriverà dai consiglieri. Arriveremo ad oltre 6 mila euro di contributi. Ai quali poi, visto l’esempio dato dalla politica, dovranno aggiungersi i contributi dei privati. Vediamo adesso se, oltre a sperperare il denaro pubblico, la maggioranza avrà il coraggio di sottrarsi a questo “omaggio” alla città.

Roberto Paradisi

venerdì 5 ottobre 2012

CHIACCHIERE DI SPORT




Il sindaco, che in passato ha avuto dimestichezza con i conti stratosferici di telefonia, nicchia sui telefoni “caldi” degli impianti sportivi
Quelle bollette poco chiare che Mangialardi non spiega

Il sindaco Mangialardi gioca alla “trasparenza”. Ma la trasparenza non è un gioco, è un impegno serio nei confronti della città. Sono stato io a sollevare, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, lo scandalo delle utenze telefoniche nei vari impianti sportivi. Scandalo che Mangialardi (che pur ci conti stratosferici telefonici, in passato, ha avuto dimestichezza) non ha minimamente spiegato, né ha fugato i dubbi che io ho sollevato.
I fatti: nella variazione di bilancio del 2012 approvata (con mio voto contrario) nel corso dell’ultimo consiglio comunale, giganteggiava una voce sospetta. Si tratta di una voce di spesa di ben 2.300 euro di utenze degli impianti sportivi. Ho chiesto in consiglio a Mangialardi: “Chi è che chiama a spese nostre dalle varie palestre? Fermiamo i telefonisti”. Imbarazzo generale. Mangialardi ha preso il microfono, confessando che gli era sfuggita quella voce, ed ha promesso che avrebbe verificato subito e che mi avrebbe inviato una risposta. Detto e non fatto. Innanzitutto, come è solito fare il primo cittadino, anziché rispondere al consigliere comunale (secondo la scuola “Angeloni” un consigliere comunale è un orpello inutile in democrazia), ha scritto alla stampa. Ha scritto, ma non ha risposto. Dai conti pubblicati dal sindaco, emerge una spesa pari ad appena € 614 euro (tra telefoni delle due piscine e telefono del palazzetto dello sport di via Capanna). Dove sono finiti gli altri 1.686 euro? Mistero. 
E ancora: Mangialardi sostiene che tutte le spese di traffico sono sostenute dalle società sportive che gestiscono gli impianti. Bene. Ma allora per quale motivo queste spese sono state inserite in una variazione di bilancio con costi a carico del Comune? 
Delle due l’una: o Mangialardi non dice la verità o l’assessore Paci non sa fare le variazioni di bilancio. In entrambe le ipotesi, i signori della Giunta ne escono con una immagine quantomeno discutibile. Intanto io, come chiesto ufficialmente in Consiglio, resto in attesa di ricevere, telefono per telefono, tutte le spese di tutti gli impianti con rispettivi traffici telefonici e le eventuali prove degli avvenuti rimborsi. In nome della trasparenza, ovviamente.

Roberto Paradisi